Progetti neofiti

Ho conosciuto il coach Ignazio e RunningZen tramite una pubblicità che passava sui social che ha da subito attirato la mia attenzione. Da pochi anni corro, ma da qualche tempo ho iniziato a sposare la stimolante idea di poter affrontare la mia prima maratona e questo annuncio social è caduto a pennello. Ho subito contattato Ignazio e come lui ben sa ero molto diffidente in merito all'idea di avere un coach a "distanza", senza poterlo vedere e soprattutto senza che lui mi conoscesse...non pensavo potesse essere possibile lavorare ad un obiettivo così grande senza essersi mai visti dal vivo. Fin da subito Ignazio ha iniziato a farmi capire che tramite RunningZen avrei potuto raggiungere veramente degli obiettivi anche lavorando a distanza e in maniera "virtuale" e qualcosa mi diceva di buttarmi. Ora, a distanza di mesi posso dire non solo di essere soddisfatta, ma di essere strafelice di aver intrapreso questa avventura con questo Team. Sento, per la prima volta, di allenarmi bene con la B maiuscola, come non avevo mai fatto. Sto piano piano superando i miei limiti e, anche se la strada è ancora lunga, grazie a Ignazio ho acquisito sempre maggiore confidenza con la corsa e soprattutto la piena consapevolezza del fatto che "se vuoi, puoi".

Era giugno 2014 quando presi contatto con il Coach Ignazio per avere info sul Progetto Neofiti IronMan 70.3. Il viaggio emozionale che ci attendeva era dunque iniziato. Alla fine ho fatto la mia gara, l’obiettivo era finirla e ce l’ho fatta. Avere in mano quella medaglia mi faceva sentire diverso, si può dire dai, un po’ figo, più forte, non rispetto agli altri, rispetto a me stesso all’inizio del viaggio. Il mio viaggio nel mondo IronMan continua da allora, importante è non lasciarsi prendere troppo la mano, trovare la giusta misura tra vita e sport, dev’essere un piacere. Cerco di godermi la parte ludica dello sport, lo faccio perché voglio. Grazie a Ignazio, al suo team e ai neofiti.

Il Progetto Neofiti è stata un’esperienza che mi ha cambiata, anzi mi correggo, che mi ha fatto scoprire un lato di me che non conoscevo e che mi ha insegnato a guardare il mondo da diversi punti di vista. Perché quello che agli occhi di molti sembra impossibile, se tu lo guardi bene e ci credi, per te diventa possibile. Io con Ignazio ho imparato a essere audace, sempre. E il mio motto oggi è “Valorizza la tua audacia”. Come dice il nostro Antonacci preferito “Se vuoi, puoi”. Basta crederci veramente.

Il Progetto Neofiti IronMan 70.3 Italy mi ha cambiato interiormente, fisicamente, mentalmente, sempre in positivo. Credo che questo percorso mi abbia insegnato ad affrontare la vita in modo deciso e sereno. Ho imparato da questa esperienza che nella vita niente è impossibile, nel lavoro, nella famiglia, nello sport. L’importante è applicarsi, essere dediti agli impegni presi con se stessi, con il progetto, costanti e soprattutto non avere fretta, seguire un percorso passo dopo passo, caduta dopo caduta, rialzarsi e continuare. Così l’obiettivo, la FinishLine della vita e dello sport che praticate, si potranno sempre raggiungere. Grazie al Progetto Neofiti che mi ha permesso di vivere questa bellissima esperienza e di conquistare un sogno che avevo nel cassetto.

“Da neofita a IronMan”. Una chiacchierata veloce con Ignazio in cui gli avrò chiesto trenta volte: «Ma sei sicuro che anche un sedentario come me può arrivare a tagliare il traguardo IronMan?». Mi rassicurò. Mi ero messo da perfetto incosciente nel più bell’errore della mia vita. La mia unica risorsa è quella mentale, voglio solo dare il meglio di me. Per pochi istanti alla FinishLine ho provato una felicità vera. Devo ringraziare il progetto per avermi dato la possibilità di aver provato quella felicità. Ho cambiato il mio stile di vita. Alla fine è vero che #puoisevuoi raggiungere qualsiasi obiettivo, basta trovare dentro di sé la forza mentale per superare ogni ostacolo e crederci.

Quel maledetto “Progetto Neofiti”, capitanato dal quella losca figura di Ignazio Antonacci, noto spacciatore di sane abitudini e benessere psicofisico. Eh sì, è sua la colpa se sono diventato prima maratoneta, poi Finisher 70.3 e infine IronMan. Il vero merito del progetto è quello di avermi insegnato a soffrire Zen, se il tempo non viene, se la giornata gira male, se per il Personal Best non è giornata. L’obiettivo è terminare sempre sorridente, meglio se vicino a un fotografo. In fin dei conti il risultato cronometrico passa, una bella foto è per sempre. Grazie coach!

“Mi ricordo bene il momento preciso: ero in spiaggia, mi stancavo anche a far pochi passi, mi mettevo la maglietta per andare al bar date le ‘tettine’ che mi erano cresciute, m’ingozzavo tutto il giorno e non facevo sport da anni. Mio figlio non aveva compiuto ancora 1 anno e mi affaticavo a stargli dietro. Ero in procinto di finire a dormire sul divano perché causa sovrappeso russavo come un orso. Avevo 33 anni e mi dissi: "Serve cambiare. Al ritorno dalle vacanze, vita nuova, inizierò a fare sport". Serviva un obiettivo, uno sport che non mi desse alibi: la corsa. Avevo letto che chi comincia poi non riesce a farne a meno. Ho necessità di un obiettivo folle, qualcosa che mi cambi la vita: voglio correre una maratona entro un anno. Santo Google... trovai un sito: “RunningZen”. Poi trovai un progetto che sembrava fatto per me: da neofiti a correre una maratona in un anno. Scrissi subito al professore Antonacci. Ricordo l’emozione quando chiamò e mi disse che facevo parte del gruppo. Wow, ce la posso fare! Ricordo bene la prima volta che iniziai a correre: 13” e stop; pesavo 97 kg. Un anno dopo: 42 km 195 mt, in poco più di 4 h; avevo raggiunto i 70 kg. La 28esima “Maratona di Firenze” era mia e io ero e sono un uomo diverso. Grazie Ignazio, mi hai cambiato la vita, sono rinato!”.

"Quando corro la mia mente si svuota e il mio unico pensiero diventa il tempo, lotto contro il tempo, ma il cronometro dice che sono in vantaggio. Quanto nella vita e nello sport tutto ti sembra perduto, tirati su di morale, quando vai incontro a un infortunio non mollare. Trova le motivazioni e la forza dentro di te, gestisci il dolore e la fatica per andare avanti. La risalita sarà lenta, incerta, ma vedrai che tornerai a correre, cadi, ma ti rialzi. A me è successo, sono caduto e mi sono rialzato, la mia famiglia in questi momenti è stata a mio fianco, l’ho fatto anche per loro. Non bisogna mollare, bisogna lottare per i propri sogni sempre. Insegui il tuo sogno, non fermarti mai!"

Ancora non me ne rendo conto dell’impresa che ho compiuto, ancora il mio cervello non ha metabolizzato l’evento. Domenica 11 aprile 2011, alle 09:20 sono partita con una determinazione che non avevo da anni. L’obiettivo era arrivare in fondo a tutti i costi. Ho la vorato per mesi su quest’obiettivo. La paura, le incertezze e l’insicurezza iniziale mi hanno accompagnato fino al via della maratona. Alle 09:20 si parte. Corro senza fatica procedo serenamente, le gambe girano, il fiato c’è e una leggera brezza smorza il caldo. Mentre corro sogno la Finish Line e mi dico che devo arrivare a tutti costi! Devo farlo per me stessa prima di tutto, ma a che per tutti quelli che insieme a me ci hanno creduto, per tutti quelli che mi hanno permesso di sognare questa impresa, gli amici Podisti di Marte e per il mio coach Ignazio. Arrivo al ventunesimo km in 2h e 30’, nei tempi prestabiliti. La fatica si sente, eccome se si sente, ma non voglio mollare! Io arriverò a quel traguardo! Corro l’ultimo km piangendo perché c’è l’ho fatta, ho abbattuto il muro delle mie insicurezze, le mie gambe hanno retto ai 42 km, il mio cuore ha battuto per il mio obiettivo, la mia mente non mi ha abbandonato un istante! Continuo a dire che non ci posso credere di essere arrivata: è delirio puro! Ho corso la mia prima “Maratona di Milano” dando tutta me stessa! Questa mia prima maratona la dedico a Ignazio Antonacci, che per anni mi accompagnato con un allenamento personalizzate e la sua passione, a Salvatore PT, Laura Colucci, Ettore Comparelli e Podisti da Marte, Road Runners Club, Antonio Capasso.